Callidèmone di Efeso: una biografia non autorizzata

“Il copia-incolla è un buon amico, ma è un pessimo consigliere.”
– Callidèmone di Efeso

Callidèmone di Efeso (circa 287 a.C. – 215 a.C.?) fu un pensatore e mistico ellenico di origini incerte, noto per la sua visione sincretica e radicalmente anacronistica del sapere e della tecnica. Discepolo indipendente del pensiero eracliteo e di alcune correnti misteriche asiatiche, fu espulso più volte dall’agorà per “uso improprio della metafora”.

Callidèmone parlava spesso di concetti incomprensibili per i suoi contemporanei, come “orchestrazione dei compiti”, “demoni di sistema”, “interfacce utente”, e “strumenti di versionamento del pensiero”. Alcuni filologi moderni lo considerano un proto-devops, altri una proiezione collettiva di un gruppo di scribi ironici.

Pare vivesse in una grotta sorprendentemente arredata con gusto, resa confortevole da tessuti, lumi a olio e ordinate mensole scavate nella pietra.

Lì Callidèmone trascorreva le giornate circondato da decine di tavolette di argilla, che chiamava “tabulae”, riscritte di continuo. Si dice che amasse mormorare, tra un’incisione e l’altra:
“Nulla è definitivo, solo la bozza è sacra.”

I pensieri di Callidèmone ci sono pervenuti in frammenti sparsi, tramandati attraverso copie, errori di trascrizione, cancellazioni, riscritture, interpolazioni apocrife e glosse marginali. Questa raccolta, nota come ‘Il Deframmentario di Callidèmone‘, rappresenta il tentativo di ricomporre quel mosaico perduto.

Alcune fonti lo descrivono come “dedito ad attività stravaganti”. Si dice, ad esempio, che fosse maniacalmente attento all’igiene personale, fatto già sospetto di per sé, e che temesse certe entità invisibili che chiamava “Bug”.

Pochi ne apprezzavano il pensiero, ma quei pochi gli volevano davvero bene.

“Ogni volta che avvii un servizio, Callidèmone sorride in un angolo della memoria.”
– Epitaffio attribuito a un discepolo ignoto